«Venezia e la sua laguna: lo sguardo degli artisti romeni del lungo Novecento»: Gheorghe Petraşcu

Gheorghe Petraşcu (1872–1949), Paesaggio marino a Venezia, olio su tela, cm 49,5x73,2, firma in basso a sinistra: «George Petraşcu», senza data, collezione del Museo d’Arte del Complesso Nazionale Museale «Curtea Domnească» di Târgovişte (Romania)

Gheorghe Petraşcu (5 dicembre 1872, Tecuci–1 maggio 1949, Bucarest) è considerato uno dei più grandi coloristi dell’arte romena. Nato a Tecuci, Petraşcu frequentò le scuole nella città natale, diplomandosi nel 1889 alla Scuola Ginnasiale «Dimitrie A. Sturdza». Continuò poi gli studi al Liceo reale di Brăila (1889–1892), sostenendo l’esame di diploma a Bucarest. Affascinato dalle scienze, pur avendo dimostrato precocemente il proprio talento per il disegno, si iscrisse alla Facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Bucarest. L’anno successivo, nel 1893, si iscrisse anche all’Accademia di Belle Arti della capitale. Per un periodo frequentò quindi i corsi di entrambe le istituzioni universitarie, prima di rinunciare alla Facoltà di Scienze. All’Accademia studiò con George Demetrescu Mirea, professore e pittore accademico, ma il suo vero maestro fu il pittore Nicolae Grigorescu, al quale lo legò un’autentica amicizia e la stima reciproca. Raccomandato da Grigorescu al Ministro dell’Istruzione Pubblica Spiru Haret, Gheorghe Petraşcu ottenne una borsa di studio per proseguire la sua formazione a Parigi, seguendo dal 1898 al 1902, con alcune interruzioni, i corsi dell’Accademia Julian e lavorando nello studio del pittore William–Adolphe Bouguereau, il quale gli fece da maestro insieme a Benjamin Constant, Jean–Paul Laurens e Gabriel Ferrier. Nel 1900 Gheorghe Petraşcu venne accolto positivamente alla prima esposizione all’Ateneo Romeno a cui partecipò. Dopo 17 anni, avendo perso la casa estiva di Nicoreşti, distrutta nella Grande Guerra, l’artista alloggiò per un breve periodo a Târgovişte dove, essendo un amante delle vestigia monumentali (come dimostrato dalle opere di Venezia e Toledo), visitò il Monastero Viforâta, nei pressi della città, dipingendo immagini dell’interno della foresteria conventuale. Da queste attestazioni plastiche esterne si percepisce la predilezione per la raffigurazione dei paesaggi interiori, peraltro assai prossimi alla graduale definizione dell’intimismo espresso dal grande pittore. Bisogna inoltre aggiungere la sua predilezione per i fiori dei giardini – la zinnia sempreverde con i petali dai colori intensi –, ma anche per gli interni dello studio, che incarnavano per lui la bellezza delle cose utili della quotidianità e nei quali avrebbe elevato i modesti elementi al rango di interno spagnolo, nello stile di Velasquez, cercando quella materialità durevole che avrebbe perseguito in seguito, persino nelle epoche successive, nella maturità artistica, quando la consistenza dei colori, ma anche la pesantezza data dagli accenti e dalle macchie stese con la spatola per pittura, avranno un effetto impressionante. Artista con una prolifica produzione, illustrata dalle numerose esposizioni personali e dalla presenza in esposizioni collettive con altri artisti romeni, Petraşcu ha partecipato più volte alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, nel 1924, nel 1936, nel 1938 (edizione in cui lo Stato italiano acquista la sua opera «Fiori»), nel 1940 e, infine, nel 1942.

La tela esposta nella presente mostra on-line è stata acquistata dal Museo d’Arte del Complesso Museale Nazionale «Curtea Domnească» di Târgovişte nel 1971 da un collezionista privato. Rappresenta un paesaggio marittimo veneziano con un porto sullo sfondo, appena visibile nella parte sinistra del dipinto, dove si intravedono alcuni velieri ormeggiati, mentre in primo piano si trova un rematore dalla fisionomia schematicamente redatta. La gamma cromatica è in vaporosi toni pastello, caratteristici di un’alba di fattura romantica. L’opera ha una qualità leggermente inferiore rispetto agli altri paesaggi dipinti dall’artista nel corso dei suoi numerosi viaggi a Venezia (1903, 1912, 1927, 1934, 1939) e, dal punto di vista stilistico, può essere inquadrata nella prima fase della carriera di Petraşcu, quando il pittore non aveva ancora pienamente definito il proprio stile.

(scheda a cura di Maria Neacşu; traduzione italiana di Anita Paolicchi)