Mostra di arte contemporanea «Anatomie vegetali» di Atena–Elena Simionescu, a cura di Lăcrămioara Stratulat

Mostra di arte contemporanea «Anatomie vegetali» di Atena–Elena Simionescu
a cura di Lăcrămioara Stratulat
Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia
9–19 febbraio 2024

La mostra di arte contemporanea «Anatomie vegetali» di Atena–Elena Simionescu, a cura di Lăcrămioara Stratulat, sarà aperta al pubblico dal martedì alla domenica, dalle ore 16:00 alle ore 19:00, nella Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, Cannaregio 2215, Venezia; l’inaugurazione avrà luogo venerdì 9 febbraio 2023, alle ore 17:00.

Atena–Elena Simionescu esporrà a Venezia una ventina delle sue opere più significative, di varie dimensioni, tecnica mista su tela e incisioni sperimentali su carta. L’artista evoca anatomie estetiche dedicate alla natura vegetale e allo spirito umano, costruendo narrazioni visive soggettive. Ancorata alle tendenze dell’arte contemporanea e orientata in larga misura verso le tecniche calcografiche sperimentali, la mostra «Anatomie vegetali» rimanda ai simboli e ai significati delle strutture vegetali e alle loro associazioni con la condizione umana, creando un universo fantastico e illusorio. Viene proposto un ciclo di personaggi simbolici, la cui ricezione dei concetti porta, al di là della presenza dell’immagine, a direzioni visive e percorsi grafici che coltivano la cultura del frammento o del dettaglio. Le incisioni fanno emergere forme e strutture composte e ricomposte, nella creazione di nuove identità grafiche, anatomie visive vegetali metamorficamente trasformate in un complesso dialogo con la figura umana. Stampate con modalità proprie, non convenzionali e sperimentali, che spaziano dall’incisione classica al monotipo, le opere hanno un carattere unico, siano esse stampate su carta o su tela.

Atena–Elena Simionescu, Professore ordinario presso il Dipartimento di Belle Arti e Grafica, Facoltà di Arti Visive e Design dell’Università Nazionale delle Arti «George Enescu» di Iaşi, è stata Preside della Facoltà di Arti Visive e Design dal 2008 al 2012, Rettore dell’Università Nazionale delle Arti «George Enescu» dal 2012 al 2020 e Presidente del Senato accademico dal 2020. Dal 2018 è supervisore di Dottorato di ricerca presso la Scuola di Dottorato in Arti Visive. La sua attività artistica e di ricerca è incentrata sull’analisi e lo sviluppo della stampa d’arte sperimentale, dell’illustrazione e della costruzione grafica. Ha partecipato a numerose mostre nazionali e internazionali e ha esposto in musei e gallerie nazionali e internazionali. Primo premio alla Biennale di Incisione «Gabriel Popescu» presso il Complesso Museale Nazionale «Curtea Domnească» diTârgovişte(2015); ha esposto al II° Salone di Grafica e Fotografia Romena, Istituto Culturale Romeno e Fondazione Inter–Art, New York (2015); mostra «Anatomie della memoria» presso la Galleria Five Plus di Vienna (2015); Secondo Premio alla Biennale Internazionale di Incisione di Chişinău (2015); Premio del pubblico alla Triennale Europea di Stampa Contemporanea – Estampadura de Rignac (Aveyron) (2013); Premio JAWK II alla Triennale Internazionale di Xilografia «Kiwa» di Kyoto (2007).

«Con oltre tre decenni di esperienza nell’insegnamento superiore dell’arte, docente universitario, Rettore, fondatrice della più importante Biennale Internazionale di Incisione della Romania orientale (BIGC), organizzata in partenariato con il Complesso Nazionale Museale “Moldova” di Iaşi, Atena–Elena Simionescu è un’artista per la quale l’incisione è uno stile di vita, di mirabile forza creativa e raffinatezza, la matrice dell’arte come la vediamo oggi. Esistono vocazioni artistiche di immutato vigore, come quella per l’incisione di Atena Simionescu, manifestata nel corso di quattro decenni con la stessa dedizione al fine dell’arte, una vocazione riconosciuta e discussa dalla letteratura specialistica romena e internazionale, premiata a livello nazionale e internazionale attraverso riconoscimenti e premi importanti per l’ambiente artistico contemporaneo. L’universo delle tecniche di stampa tradizionali viene riconfigurato dall’artista attraverso interventi non convenzionali, sia nella costruzione della lastra che nella stampa. Si può facilmente cogliere un modo personale di lavorare nel campo dell’incisione, l’utilizzo di più lastre per inserire il colore, il cui risultato ottenuto è estremamente personale, creando l’identità grafica dell’artista. Attraverso questa mostra, l’artista certifica la continuità stilistica presente anche in altre mostre personali e porta sulla tela nuove soluzioni plastiche, attraverso le quali si percepisce il suo attaccamento e la sua fedeltà all’atto creativo, una propensione e, via via, un vero e proprio imperativo morale, un’esigenza naturale di un destino dedicato all’arte» (Lăcrămioara Stratulat).

«I linguaggi preferiti da Atena Simionescu sono la grafica d’arte e le tecniche incisorie. Per loro natura, essi implicano la complicità tra ingenium (ingegno, talento, prontezza euristica) e tehné (tecnica, destrezza o abilità applicativa), contenuta nell’etimologia stessa della parola “arte”. Interessata a massimizzare l’espressività delle sue composizioni, Atena Simionescu sfrutta abilmente le possibilità inaspettate del disegno, della grafica e della pittura, optando per formule miste o distinte, materializzate in strutture visive mono o multicolori, xilografie, pitto–incisioni, libri d’artista [...]. In questi registri, l’artista ha l’opportunità di tradurre i suoi concetti astratti in un dispositivo di moltiplicazione materiale. Convertito al rigore materiale della lastra da stampa, il prototipo si distribuisce in numerose forme simili. Forse è per questo che l’incisore sembra un piccolo demiurgo; le sue “impronte”, le sue stampe portano la traccia visibile della sua intenzione autoriale. In questo contesto, le opere di Atena Simionescu possono essere lette come vasti accumuli di segni. Alcuni sembrano disposti a caso, senza criterio; altri assumono la forma di lettere ambigue, in cui solo i caratteri hanno un ruolo indicativo. Rimandano a un significato nascosto nel tessuto vegetale dell’immagine, dietro le linee di fuga che si è invitati a seguire con lo sguardo. [...] La memoria vegetale è rafforzata da quella soggettiva, così che ognuna di esse può essere occasione di nostalgiche ripetizioni. Le sagome floreali sono tratteggiate con colori contrastanti o complementari. Dritto e rovescio, positivo e negativo della stessa forma sono visibili in egual misura. Per l’artista, il mondo si dispiega come un albero. Le piante, con i loro steli, foglie e fiori, diventano parti di un linguaggio che può essere decifrato. Se ci impegniamo in questo approccio, la natura lascia su di noi la sua “impronta”, anche senza che ce ne rendiamo conto» (Petru Bejan).

«Atena Simionescu pratica sullo spazio espressivo di un colore neutro una finestra aperta sul domani, ma verso illo tempore, in un equilibrio semantico di grande raffinatezza. La mano–stella di Tudor Arghezi attende l’incontro con l’Altro suggerito nello specchio di luce della speranza. La carta assorbe il colore spiritualizzato attraverso l’assenza di materia, attraverso il dialogo di forme essenzializzate fino a livello di concetto, in modo che l’impatto visivo sia inequivocabile e definitivo. La cultura del frammento ha il senso di una citazione memorabile e gli interventi dell’artista sulla superficie diventano un suggestivo commento all’insieme grafico» (Valentin Ciucă).