Padiglione della Romania alla 15. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia SELFIE AUTOMATON

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Il Padiglione Romania presenta alla 15. Mostra Interna- zionale di Architettura - La Biennale di Venezia la mostra "Selfie Automaton", autori: Tiberiu Bucșa, Gál Orsolya, Stathis Markopoulos, Adrian Aramă, Oana Matei, Andrei Durloi. La mostra consiste in 7 automi meccanici, che includono 42 marionette - 37 di loro rappresentanti esseri umani e 5 animali. Tre automi saranno istallati nel Padi- glione della Romania, Giardini della Bienalle, tre nella Nuova Galleriadell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, mentre uno si potrà trovare in giro, sulle strade di Venezia.

Caricature di tipologie umane, animali fantastici, uova d'oro, carillon e riflessi nello specchio saranno messi insieme per creare spezzoni di spettacolo che metteranno il visitatore sul palcoscenico, in varie posizioni, quale dina- mo e marionetta allo stesso tempo. Gli autori presentano così un ritratto generico delle relazioni sociali, stereotipi e desideri, divisi in elementi, che vengono poi ricom- posti con l'aiuto dell'immaginazione del fruitore, in un intro- spettivo auto-ritratto, o forse auto-scatto. Il progetto potrebbe essere visto totalmente come intrattenimento o come spettacolo dell'assurdo. Pone alcune domande, ma certamente non offre risposte.

Per definire il ruolo che è stato dato alle marionette nella mostra, gli autori di "Selfie Automaton" propongono lo spettacolo di mario- nette, dato che lascia la possibilità al manipolatore di giocare con i significati e le possibilità di controllo. Uno di questi significati è che la marionetta può, e dovrebbe, oltrepassare i limiti umani usuali, per esempio della gravità, dato che può saltare e rimanere in sospeso. Un altro esempio, estremo e tragico, è lasciare la marionetta diventare consapevole del suo manipolatore etagliare, oppure no, i propri fili. Comunque fosse, non è stata lasciata la possibilità di scappare dall'istallazione. Anche se costruite con le giunture necessarie che potreb- bero permettere "la libertà di movimento", le marionette in legno sono senza corde e letteralmente inchiodate ad un meccanismo che non permette se non un movimento ripetitivo predefinito. Ed il visitatore non fa eccezione. Seduto, diventa parte dell'automa, dato che gli è offerta un'unica possibilità: di farlo funzionare, con la sua azione ripetitiva.

Di conseguenza, il confortevole stereotipo bipolare del manipolato (noi) e del manipolatore (loro) - spesso met- tendo le azioni delle persone ad un'estremità del filo, qua- le conseguenza umile e diretta di un esterno inspiegabile responsabile per loro - è sostituito da un sistema di scelte chiuse, costruite in una serie di automi. La mostra prende da qui in poi queste due direzioni, mettendo il visita- tore in varie relazioni con l'oggetto di intrattenimento e con sé stesso, offrendoli il conforto olo sconforto di osservatore distante, fino a trasformarlo in una gigantesca ballerina in un micro-banchetto, vittima di un incarico di tipo kafkiano, oppure in un mendicato di desideri.

Maniglie e pedali permettono varie possibilità di spetta- coli, quando sono previste con una potenza umana. Un sistema apparente di ruote dentate trasmettono il movi- mento alle sceneggiature cicliche: una bicicletta muove una danza in cerchio, una pentola di terra- cotta genera un "grand buffet", una manovella risveglia una commissione che non finisce mai di litigare, una maniglia girevole muove il pesciolino d'oro, la gallina d'oro, o un uccello in volo - prigioniero della propria gabbia.

"Selfie Automaton" riflette sulle tipologie ed azioni im- personate dalle marionette e cioè che non sono nient'al- tro che parti disparate di noi stessi e che possono essere combinate o divise, alla ricerca di un autoritratto, che può essere l'architetto o chiunque altro. Quel che resta, comunque, è la domanda sugli schemi predefiniti. Se esi- stono davvero, se siamo parte di essi, se siamo loro vittime o loro generatori.

Sedi

Giardinidella Biennale, Sestiere Castello, 30122 Venezia Nuova galleria dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, Campo Santa Fosca, Palazzo Correr, Cannaregio 2214, 30121 Venezia

Ideazione: Tiberiu Bucșa, Gál Orsolya, Stathis Markopoulos, Adrian Aramă

Design e costruzione di marionette: Stathis Markopoulos, Gál Orsolya, Tiberiu Bucșa, Andrei Durloi, Perényi Flóra, Oana Matei

Design e costruzione automi meccanici: Stathis Markopoulos, Kostis Zamaiakis Illustrazioni: Ana Botezatu

Fotografia: Dacian Groza

Contenuti: Dana Vais, Stathis Markopoulos, Tiberiu Bucșa

Racconti: Ada Milea, Cristi Rusu

Website: Dan Burzo

Design: Raymond Bobar

Comunicazione & PR: Ina Drăgan, Ada Teslaru

Managersdel progetto: Tiberiu Bucșa, Corina Bucea Dettagli tecnici: Tiberiu Bucșa, Perényi Flóra, Oana Matei Carpenteria: Yannis Tsioutas, Aggelos Romantzis

Animali fantastici: Alexis Papachatzis

Sipario: La famiglia Elmaloglou

Lavori in metallo: Anastasios Kotsiopoulos

Arazzi:Victoria Berbecar (Giardini), Creș Ana and Titieni

Arefta (RCI)

Collaboratori: Jácint Virág, András Vernes, Árpád Debreczeni, Konstantis Mizaras, Konstantina Mandrali Print: Fabrik

Commissario: Attila Kim

Rappresentante del Ministero degli Affari Esteri e del Istituto Culturale Romeno: Cristian Alexandru Damian

Un progetto iniziato da:

Plus Minus Association, Romania

Organizzato da: Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri, Istituto Culturale Romeno, Unione degli Architetti di Romania

Website: www.selfieautomaton.ro, www.venicebiennale.ro

Facebook: facebook.com/selfieautomaton

Instagram: @selfieautomaton

 

Per ulteriori informazioni:

Ina Drăgan, ina.dragan@selfieautomaton.ro,

+393425163972

Ada Teslaru, ada.teslaru@selfieautomaton.ro,

+ 40724599742


COMUNICAT DE PRESĂ COMUNICATO STAMPA